martedì 2 giugno 2009

fiabe giapponesi: IL PASSERO AMICO


IL PASSERO AMICO
C'era una volta un passerottino che viveva nel regno dei passeri, assieme al babbo, alla
mamma e a numerosi fratellini. Era vispo, allegro, ardito, tanto che avrebbe voluto volare
quando non aveva nemmeno le piume! Un giorno finalmente il babbo e la mamma lo
aiutarono a compiere il primo voletto. Il passero era felice: sorretto dalle ali trepide e
amorose dei genitori, poté librarsi nell'aria, sorvolare un pezzetto di bosco sfiorando lieve
le cime degli alberi. Ritornò al nido inebriato.
- Basta per oggi - dissero i genitori.
Rimessi tutti i piccoli nel nido, babbo e mamma partirono per offrirsi una piccola merenda
di zanzare dello stagno; ma non appena furono lontani, il passerottino si affacciò all'orlo
del nido, e allargò le penne.
- Adesso volerò ancora, e da solo! - annunciò ai fratellini.
- Non farlo! Babbo e mamma lo hanno proibito! - gridarono gli altri passerotti spaventati.
Ma il passerotto voleva dimostrare al mondo intero quando fosse audace e robusto. Infatti
spiccò il volo e disparve nel bosco; ma non andò molto lontano, perché ben presto le sue
alucce cominciarono a pesargli. Il cuore gli batteva pazzamente; il poveretto si sentiva
precipitare e finalmente riuscì a posarsi sul ramo di un albero. Rimase là qualche tempo
per riprendere fiato, poi si accinse a ritornare. Ma gli alberi sembravano tutti uguali: non
riusciva più a riconoscere quello su cui era posato il suo nido. Tentò qualche voletto in
giro, poi ritornò al ramo e gli occhi gli si colmarono di lacrime. Si era smarrito! Le sue
zampette ormai erano indolenzite: non riuscivano più a reggerlo...il povero passerottino
dovette abbandonare la presa, e cadde dal ramo spezzandosi un'ala. Che triste destino
aspettava ora il povero passerotto! I lupi, le volpi, i gatti selvatici, i cani randagi che di
notte si aggiravano numerosi nel bosco avrebbero fatto di lui un solo boccone! Quando
sentì un passo avvicinarsi, chiuse gli occhi mandando un ultimo pensiero al babbo, alla
mamma, ai fratellini...ma li riaprì tutto stupito sentendosi raccogliere da una calda mano,
mentre una voce carezzevole gli diceva:
- Oh, povero piccolo, sei ferito? Non aver paura, perché ti porterò a casa con me, e ti
curerò l'aluccia ferita.
Chi gli parlava così era un boscaiolo che ritornava dal suo lavoro. Avvolse il passerottino
in un lembo della tunica e lo portò alla sua capanna. Quell'uomo aveva una moglie assai
bisbetica;
quando vide il marito deporre sulla tavola il passerotto ferito, incominciò a protestare:
- Con tutto il lavoro che c'è, hai proprio tempo da perdere per catturare un passero! Lo sai
bene che siamo poveri, e non possiamo mantenere una bocca in più!
- Stai tranquilla, moglie mia - rispose l'uomo con fermezza. - Il passerotto non ti darà
nessun fastidio perché provvederò io a curarlo e a nutrirlo.
Infatti, preso un bastoncino di bambù, sistemò l'aluccia spezzata, la fasciò con una
piccolissima benda, diede al passerotto qualche chicco del suo riso, e infine lo mise a letto
in una bella scatolina di lacca imbottita di ovatta. Qualche giorno dopo il passerotto guarì,
ma si era ormai tanto affezionato al boscaiolo che non volle lasciarlo più.
- Se vuoi, rimarrò sempre con te - gli disse - e sarò tuo amico.
- Oh come ne sarei contento! - esclamò, l'uomo che viveva solitario nel bosco e non aveva
amici. - Potresti farmi compagnia mentre lavoro, e chiacchierare un po' con me, alla sera.
E infatti fecero così. Da quel giorno il passerotto accompagnò il boscaiolo al suo lavoro;
mentre egli svolazzava intorno e la sera gli si posava sulla spalla. Ma un giorno il
boscaiolo dovette andare in città per vendere la legna, e non volle prendere con sé il
passerotto, perché temeva che si smarrisse nel traffico, o che finisse fra le unghie di
qualche gatto.
- Tornerò presto, amico mio - gli disse. - Tu intanto, resta qui buono buono.
Il passerotto promise, e quando l'uomo si fu allontanato, si appollaiò sul davanzale e
rimase fermo e zitto a guardare la moglie che lavava alcuni panni in un mastello. La
donna aveva posato sulla tavola una ciotola colma d'acqua in cui aveva sciolto dell'amido,
e il passerotto, incuriosito da quel liquido bianco che sembrava latte, volle vederlo da
vicino e volò fino alla tavola, poi incominciò a zampettare intorno alla scodella.
- Và via passero! - intimò la donna sgarbatamente. - Bada che non ho altro amido, e se
me lo rovesci la pagherai cara!
Ma il passero non ubbidì: andò a posarsi sull'orlo della ciotola, e in un baleno il disastro
era fatto! Allora la donna inferocita, prese le forbici e tagliò la lingua al povero uccellino;
poi lo getto fuori di casa. Il passero si trovò, tutto dolorante, solo in mezzo al bosco; ma
essendo diventato adulto, sapeva orientarsi anche fra gli alberi sconosciuti, e poté
ritrovare la via del regno dei passeri. Quando il boscaiolo rincasò e non vide più l'amico, si
disperò, e non volle ascoltare le giustificazioni della moglie.
- Cercherò il mio amico, dovessi girare tutto il mondo - disse.
Prese il suo bastone e si incamminò: ogni tanto si soffermava a interrogare gli animaletti
del bosco:
- Volete dirmi, signora lepre, dove si trova la casa del mio amico passero?
- Oltre il fiume, buon uomo.
- Di grazia, signor scoiattolo, dov'è la casa del mio amico passerotto?
- Oltre il monte, buon uomo.
Il boscaiolo camminò e camminò, e finalmente giunse al regno dei passeri e trovò il nido
del suo amico passerotto. Babbo e mamma passero gli volarono incontro seguiti da uno
stuolo di figli, e il buon uomo fu tutto felice quando vide il suo amico vispo e risanato; i
suoi genitori infatti lo avevano curato con un'erba miracolosa. Si scambiarono abbracci e
baci a non finire, poi la famiglia dei passeri imbandì un sontuoso banchetto in onore del
boscaiolo. Quando il buon uomo fu per partire, i genitori gli consegnarono un cofanetto di
legno prezioso e gli dissero:
- Tu sei stato molto buono con nostro figlio. Questo cofanetto è per te, ma non aprirlo fino
a quando non sarai giunto a casa.
L'uomo promise, ringrazio e, dopo un ultimo abbraccio, fece ritorno alla capanna. Mise il
cofanetto sulla tavola, ma non appena sollevò il coperchio, con suo grande stupore dal
cofanetto uscì una pioggia di monete d'oro, collane di gemme, pietre preziose, e veli di
seta. La moglie guardava con occhi sgranati, ed esclamò:
- Tutto per te, e per me niente?
- E' un dono del mio amico passerotto - rispose il boscaiolo.
- Allora andrò anch'io a farmi fare un regalo - disse la donna con astio. - Mi ha rovesciato
la ciotola dell'amido e me la deve ripagare.
Subito si incamminò; lungo la strada chiedeva con arroganza agli animaletti del bosco:
- Ehi tu, lepre, dimmi subito dov'è la casa di quell'ingrato passero!
- Oltre il fiume, buona donna.
- Ehi, scoiattolo, dov'è la casa di quel passero maleducato?
- Oltre il monte, buona donna.
La donna camminò e camminò e sul far della sera giunse al regno dei passeri e alla casa
del passero amico. Tutta la famiglia dei passeri le venne incontro e l'accolse con molti
onori.
- Vostro marito, il boscaiolo, è stato molto buono con mio figlio - le disse babbo passero. -
E anche voi meritate ogni considerazione.
Fece imbandire un sontuoso banchetto degno di una regina: la donna sedette a
capotavola e le furono serviti cibi squisiti e bevande prelibate. " Chissà che cosa mi
regaleranno, questi animali" pensava intanto la donna, e non vedeva l'ora di aver finito per
vedere il regalo che le avrebbero fatto. Quando si alzò da tavola e si preparò a ripartire, i
genitori del passero le presentarono due scatole: una di legno prezioso dipinto a colori
smaglianti e l'altra di legno scheggiato.
- Tu sei stata buona e paziente con nostro figlio - le dissero. - Prendi dunque una di
queste scatole, ma bada di non aprirla fino a quando non sarai arrivata a casa.
La donna prese in mano le due scatole e le soppesò: quella scheggiata era piccola e
leggerissima; l'altra era grossa e pesante. "Chissà quanti tesori contiene la scatola più
grossa" pensò tra sé. " Non sono così sciocca da accontentarmi di quel brutto arnese!". E,
senza esitare, scelse la scatola più grossa. I passerotti si accomiatarono da lei e
l'accompagnarono per un lungo tratto di strada volando di ramo in ramo, poi ripeterono
per l'ultima volta:
- Ricorda, non devi aprire la scatola per tutto il viaggio!
Quindi tornarono indietro. La donna prese la via di casa facendo mille congetture: " Se la
scatola contiene gioielli, ne venderò alcuni per comperare una bella carrozza. Se contiene
belle stoffe e veli di seta, mi abbiglierò come una principessa e andrò al ballo
dell'imperatore. Se contiene monete d'oro, comprerò un bel palazzo in città, avrò servi e
serve e sarò riverita come una signora. Ah, non posso più resistere: debbo proprio vedere
che casa c'è dentro". Depose la scatola sull'orlo della strada e sollevò il coperchio. Ma
invece di gioielli preziosi, monete d'oro, veli di seta, trovò una quantità di diavoletti neri
come grilli che schizzarono via e le si avvicinarono saltellando.la donna fece un passo
indietro impaurita, ma qualche diavoletto l'aveva già afferrata per la veste; altri le saltarono
sulle spalle; uno le entrò entro addirittura nell'orecchio; un altro incominciò a tirarle i capelli
e un altro ancora le diede dei pizzicotti. La donna ne gettava uno a terra,cercava di
schiacciare un altro con il piede e agitava la sciarpa per allontanarli tutti; infine scappò
terrorizzata. Ma i diavoletti si lasciarono all'inseguimento. La donna corse su per la collina,
poi scese a precipizio; attraversò la risaia e giunse trafelata sulla riva del mare.
Fortunatamente c'era un barca ormeggiata; vi balzò dentro e incominciò a remare con
quanta forza aveva, volgendosi ogni tanto a guardare i diavoletti che danzavano sulla riva.
Era tanta la sua paura che remò e remò fino a quando non scomparve all'orizzonte.
Intanto il boscaiolo era rimasto solo nella capanna, e non sapeva come utilizzare le
ricchezze contenute nel cofanetto. " Che me ne faccio dei veli di seta?" pensava. " Non
potrei mai indossarli. E le stoffe trapuntate d'oro non sono adatte a un povero boscaiolo.
Infine non mi servono nemmeno le monete: ciò di cui ho bisogno è qualcosa di meglio".
Andò al villaggio e distribuì tutti quegli oggetti preziosi agli abitanti poveri: i veli di seta alle
fanciulle da marito, le stoffe trapuntate alle madri di famiglia affinché le vendessero per
comperare da mangiare ai loro bambini, le monete d'oro agli infermi e ai bronzi della
pagoda. Poi si mise in cammino per il regno dei passeri dove fu accolto con mille feste. Là
si costruì una capannuccia di tronchi profumati, e tutti i passeri collaborarono piantando
fiori di ogni colore e piante rampicanti; il boscaiolo collocò nella capanna stuoie
intrecciate, bassi tavolinetti e un bel lettuccio di canne di bambù. Vicino al capezzale mise
la scatolina di lacca, per non separarsi mai, nemmeno durante la notte, dal ricordo di
un'amicizia sincera, un tesoro che non avrebbe potuto acquistare neanche con tutto l'oro
del mondo.

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